Dopo qualche mese dalle elezioni regionali, valutati tutti i ricorsi sulla validità delle liste che appoggiavano il nuovo Governatore Cota, si possono vedere i primi risultati dell’azione di governo.
In primis la riduzione dei finanziamenti per l’ente per il diritto allo studio con la complicità dell’azione del Governo nazionale e del Ministro Gelmini, che con l’ennesima riforma della Scuola e dell’Università, affossa il sistema di istruzione pubblica italiano a danno delle giovani generazioni e del sistema Paese.
Secondo obiettivo raggiunto dalla Giunta Cota, grazie all’operato dell’Assessore regionale Barbara Bonino, è stato la cancellazione delle gare, previste dalla precedente Giunta di centro-sinistra, per l’assegnazione del servizio ferroviario regionale, che tocca da vicino migliaia di pendolari che ogni giorno raggiungono il proprio posto di lavoro o si recano a scuola e all’Università. La cosa interessante è, però, l’assegnazione del servizio a Trenitalia, senza una gara regolare e trasparente, alla quale avevano richiesto di partecipare altre 3 società, per la modica cifra di 220 milioni di euro l’anno contro i 150 milioni del precedente contratto, somma che supera anche quella richiesta da Trenitalia stessa che era di 150 milioni più un aumento di 40 per un totale di 190 milioni. Ma non è finita qui, i Comitati dei Pendolari lamentano di essere stati esclusi dalle trattative, senza nessuna possibilità di dare suggerimenti, come invece si era potuto fare tramite l’utilizzo di un Forum, con la precedente Giunta di centro-sinistra. Cos’altro aggiungere: non interpellare i comitati pendolari quando si prepara il contratto di Servizio per il trasporto ferroviario regionale è come fare una riforma dell’Università senza sentire Studenti e Professori.
Ultimo potenziale risultato, ma non per importanza, la proposta di riforma delle ASL che prevede l’accorpamento, ad esempio, delle Aziende Sanitarie Locali di Asti, Alessandria e Alba-Bra, al fine di ridurre i costi e senza nessun apparente miglioramento del servizio, anzi con il rischio che il cittadino per fare degli accertamenti diagnostici debba spostarsi in un’altra provincia. La necessità di una riforma e di un risanamento della sanità è indubbia, ma in questo caso si tratta di un mero taglio, mentre i concorsi sono bloccati e ancora una volta non si risolve l’annoso problema della penuria di personale medico e infermieristico, che, ahimé insieme ai pazienti, sono i principali attori della sanità.
Il metodo scelto dalla Giunta Cota per raggiungere questi risultati, cioè quello di non permettere ai diretti interessati di suggerire soluzioni ai loro problemi, fa pensare che questa non sia la “politica del fare e del decidere” tanto decantata ma la “POLITICA DELL’IMPORRE”.
Le proposte dell’IdV di Asti sono semplici, chiare e trasparenti: seguire le regole dell’economia e cioè cercare di favorire la concorrenza nei mercati, ferroviario compreso, perché questo significa abbassamento dei prezzi e maggiore efficienza dei servizi, ridurre gli sprechi per destinare maggiori risorse dove servono e in particolar modo a settori nevralgici come Istruzione e Sanità e, infine, ASCOLTARE prima di DECIDERE e FARE!
In primis la riduzione dei finanziamenti per l’ente per il diritto allo studio con la complicità dell’azione del Governo nazionale e del Ministro Gelmini, che con l’ennesima riforma della Scuola e dell’Università, affossa il sistema di istruzione pubblica italiano a danno delle giovani generazioni e del sistema Paese.
Secondo obiettivo raggiunto dalla Giunta Cota, grazie all’operato dell’Assessore regionale Barbara Bonino, è stato la cancellazione delle gare, previste dalla precedente Giunta di centro-sinistra, per l’assegnazione del servizio ferroviario regionale, che tocca da vicino migliaia di pendolari che ogni giorno raggiungono il proprio posto di lavoro o si recano a scuola e all’Università. La cosa interessante è, però, l’assegnazione del servizio a Trenitalia, senza una gara regolare e trasparente, alla quale avevano richiesto di partecipare altre 3 società, per la modica cifra di 220 milioni di euro l’anno contro i 150 milioni del precedente contratto, somma che supera anche quella richiesta da Trenitalia stessa che era di 150 milioni più un aumento di 40 per un totale di 190 milioni. Ma non è finita qui, i Comitati dei Pendolari lamentano di essere stati esclusi dalle trattative, senza nessuna possibilità di dare suggerimenti, come invece si era potuto fare tramite l’utilizzo di un Forum, con la precedente Giunta di centro-sinistra. Cos’altro aggiungere: non interpellare i comitati pendolari quando si prepara il contratto di Servizio per il trasporto ferroviario regionale è come fare una riforma dell’Università senza sentire Studenti e Professori.
Ultimo potenziale risultato, ma non per importanza, la proposta di riforma delle ASL che prevede l’accorpamento, ad esempio, delle Aziende Sanitarie Locali di Asti, Alessandria e Alba-Bra, al fine di ridurre i costi e senza nessun apparente miglioramento del servizio, anzi con il rischio che il cittadino per fare degli accertamenti diagnostici debba spostarsi in un’altra provincia. La necessità di una riforma e di un risanamento della sanità è indubbia, ma in questo caso si tratta di un mero taglio, mentre i concorsi sono bloccati e ancora una volta non si risolve l’annoso problema della penuria di personale medico e infermieristico, che, ahimé insieme ai pazienti, sono i principali attori della sanità.
Il metodo scelto dalla Giunta Cota per raggiungere questi risultati, cioè quello di non permettere ai diretti interessati di suggerire soluzioni ai loro problemi, fa pensare che questa non sia la “politica del fare e del decidere” tanto decantata ma la “POLITICA DELL’IMPORRE”.
Le proposte dell’IdV di Asti sono semplici, chiare e trasparenti: seguire le regole dell’economia e cioè cercare di favorire la concorrenza nei mercati, ferroviario compreso, perché questo significa abbassamento dei prezzi e maggiore efficienza dei servizi, ridurre gli sprechi per destinare maggiori risorse dove servono e in particolar modo a settori nevralgici come Istruzione e Sanità e, infine, ASCOLTARE prima di DECIDERE e FARE!
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